Massimo Dapporto sarà Un borghese piccolo piccolo

Vita grigia e anonima di una borghesia piccola piccola, voglia di riscatto sociale, insoddisfazione e ansia di raggiungere una posizione che si crede di meritare per diritto, sono i temi principali dello straordinario romanzo di Vincenzo Ceramiun borghese piccolo piccolo, da cui è tratta la straordinaria piece teatrale che andrà in scena al Teatro Eduardo De Filippo di Agropoli, giovedì 16 novembre. 

Lo spettacolo, prodotto da Pietro Mezzasoma, con la regia di Fabrizio Coniglio, che ne ha curato anche l’adattamento teatrale, vede un eccezionale Massimo Dapporto vestire i panni del borghese piccolo piccolo,  dando spessore e vigore alla drammaticità esistenziale di un uomo comune in cerca del suo riscatto sociale. 

Una scena anonima, simbolo di una società vuota di valori, suddivisa in tre ambienti, posti tutti sullo stesso piano, proprio perché nessuno ha una valenza maggiore rispetto agli altri. 
C’è la casetta di campagna di Giovanni Vivaldi, la sua casa borghese, e l’ufficio ministeriale.

È in questi tre ambienti che si concentra la narrazione del racconto pubblicato da Cerami nel 1976, e subito divenuto un successo, e dal quale Monicelli ne trasse, poi, uno straordinario film con un mostro sacro come Alberto Sordi nella parte del protagonista. 

 

Il racconto, ambientato nella Roma degli anni ‘70, è attualissimo; quasi che la realtà pur mutando, si sia cristallinizzata. E tutti, nell’angoscia di Vivaldi, nel suo desiderio spasmodico di raggiungere l’obiettivo della vita, di cercare raccomandazioni utili, di prostrarsi al potente di turno, di divenire servile, possono rivedere tantissimi volti dell’umanità d’oggi; nel falso perbenismo di sua moglie, nella sua voglia di immergersi in una realtà parallela, come lo era, allora, la televisione, distaccandosi dalle preoccupazioni familiari quotidiane, perché vedere anche altri soffrire le procura un certo sollievo, possiamo ritrovare molte facce della nostra quotidianità; nelle aspirazioni sognanti di Mario, il figlio di Giovanni, nel suo guardare al futuro con tanto entusiasmo e speranze, coccolato, protetto e viziato dal babbo, quanti ragazzi di oggi possiamo vedere riflessi? E nel capoufficio Spaziani, quanti burocrati ritroviamo? Gente che non ha né passione né amore per il proprio lavoro, e lo svolge solamente per ottenere quel meritato stipendio, in attesa di una pensione. 

 

AL TEATRO ELISEO, MASSIMO DAPPORTO È UN BORGHESE PICCOLO PICCOLO. DAL CAPOLAVORO DI CERAMI UNO STRAORDINARIO SPETTACOLO SULLE DEBOLEZZE UMANE, SULLA FRAGILITÀ DELLA NOSTRA SOCIETÀ