IL “PALCOSCENICO” DI MASSIMO MASIELLO TRAVOLGE IL “DE FILIPPO” DI AGROPOLI

Mentre l’Italia era incollata alla tv per il festival di Sanremo, al Cineteatro “Eduardo De Filippo” di Agropoli è
andato in scena un omaggio alla musica italiana, che ha coinvolto particolarmente il pubblico in sala. Per il
sesto appuntamento dell’ottava stagione teatrale, diretta da Pierluigi Iorio, a calcare il “Palcoscenico”, non
a caso titolo dello spettacolo, c’era il “cantattore” Massimo Masiello, una grande voce al servizio del teatro,
dove inscena un viaggio di emozioni, raccontando l’Italia attraverso le canzoni.
Nato dall’idea di Francesco Scarano, “Palcoscenico” è un contenitore di ricordi e momenti salienti di un
periodo storico che ha segnato grandi cambiamenti in poco tempo. Massimo Masiello, diretto da Gianni
Conte, tra una canzone e l’altra, pone degli interrogativi al pubblico. Domande sospese che trovano risposte
nella musica e nei gesti come quello di Modugno che, cantando la celebre “Volare”, aprì le braccia per
accogliere il boom economico, segno di una guerra ormai lontana, una favola raccontata anche con i versi
di Renato Zero.
Come in tutti i viaggi che si rispettino, Massimo Masiello non è solo. Ad accompagnarlo c’è una band che,
insieme ad un eccezionale corpo di ballo, riempie il “palcoscenico” di suoni e movimenti. A loro spetta il
compito, e non solo, di rappresentare le sigle dei programmi che hanno fatto la storia della tv. Uno show
pensato nei minimi particolari grazie anche alla direzione musicale e agli arrangiamenti di Lino Patriota e
alle coreografie di Roberto D’Urso. Il pubblico rimane affascinato, tornando con la mente a quegli anni,
magari ripescando nella memoria un aneddoto del proprio passato.
Sul palco, intanto, Massimo Masiello ricorda gli anni ‘60 e ‘70 con Battisti, Mia Martini, Lucio Dalla fino a
giungere agli anni ’80, dove il “cantattore” si ferma per spiegare il suo bisogno di vivere tante vite
attraverso il teatro, per rimanere umani e assaporare il vero senso dello stare al mondo. Il pensiero e
l’omaggio non possono non soffermarsi su Petrolini e il suo Gastone, “cavallo di battaglia” di Gigi Proietti,
riproposto da Masiello per presentare, attraverso l’arte e la storia del teatro, un nuovo ventennio che stava
per stravolgere il mondo. Un’estate al mare, una maledetta primavera e un viva la mamma ci hanno
accompagnato verso il terremoto politico degli anni ’90. Non sapremo mai “cosa resterà di questi anni ‘80”,
ma una speranza rimane quando, dal palco, Massimo Masiello intona “I migliori anni della nostra vita” per
avvalorare la tesi che, in fondo, “tutta questa tristezza non è mai esistita”. Almeno a teatro. E, infatti, il
pubblico del “De Filippo” chiede il bis che il “cantattore” accetta con entusiasmo, coinvolgendo i presenti in
una vera e propria festa della musica tra note e balli.
Del resto il viaggio di Massimo Masiello non finisce qui. Dallo spettacolo è nato l’omonimo cd,un progetto
per far conoscere anche alle nuove generazioni epoche passate, ma non così lontane.